Malgrado vi siano numerose fonti (riviste, siti web, o il semplice sentito dire) che suggeriscono questa o quella dieta, intraprendere una dieta dimagrante senza stretto controllo medico può comportare gravi rischi per la salute e danni permanenti.

Cosa significa fare la “dieta”?

Vuol dire adottare un’alimentazione che sia in grado di soddisfare i bisogni fisiologici dell’organismo (sia di energia sia di nutrienti) dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

 

La dieta dimagrante deve essere elaborata tenendo conto dello stato di salute generale della persona. Non esiste una dieta valida per tutti. Anzi, le diete improvvisate possono essere un serio rischio per la salute stessa. Il consiglio è di rivolgersi al medico specialista, che attraverso una visita medica e nutrizionale, l'analisi del sangue per constatare lo stato di salute e una valutazione corporea, fisserà un programma ed una dieta da seguire, abbinata ad alcuni semplici esercizi fisici ed eventualmente a trattamenti estetici di supporto.

La dieta ideale è personalizzataed impostata in base a vari parametri: l’età, il sesso, il peso, il tipo di lavoro svolto, il clima, lo stato fisiologico, le condizioni di salute, il fabbisogno calorico e nutrizionale.

 

Qual è l’obiettivo di una dieta?

Garantire un’adeguata gestione del proprio stile alimentare, in maniera autonoma e duratura. Questo si ottiene attraverso non piani alimentari rigidi, che falliscono puntualmente nel loro intento, ma grazie ad una vera e approfondita conoscenza della persona e delle sue esigenze, abitudini e bisogni.

 

Perché le diete durano poco?

Le diete durano poco perché contravvengono alla legge fondamentale dell'alimentazione secondo cui un'ottima dieta dovrebbe poter essere seguita per tutta la vita.

Le regole vere da rispettare sono poche e fondamentali:

  • La corretta alimentazione va seguita tutta la vita, imparando a compensare le eventuali trasgressioni e concedendosi a volte delle gratificazioni.
  • La dieta, come la vita, va affrontata con una posizione ragionevole, non con rigidità.
  • Non bisogna eliminare nessun cibo dall’alimentazione quotidiana, né criminalizzare alcuni cibi, né etichettarli in buoni e cattivi oppure in dietetici ed ingrassanti.
  • Bisogna mangiare di tutto, in quantità non esagerate.
  • Un’alimentazione monotona stanca, porta a disagi psico-comportamentali e altera lo stato di salute.

 

Ecco perché è preferibile proporre una “Educazione Alimentare” in un percorso che richiede fiducia, tempo e pazienza.

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